E’ molto difficile descrivere Angkor. Difficile perché è un
posto magico, che lascia senza parole. E non c’è nessuna immagine che riesca davvero
a rendere l’idea della sua bellezza. Anzitutto, è immensa. Angkor comprende i
resti di antichi templi e ponti di quella che era la capitale dell’impero Khmer,
datati intorno al XII secolo, nascosti tra le palme e le liane, all’interno di
un parco di circa 400 km quadrati. Tra le strade sterrate del parco, sfrecciano
tuk tuk e biciclette, pochissime auto. C’è sempre molta gente in visita, ma mi
è capitato più di una volta di incamminarmi all’interno dei resti e di arrivare
in luoghi meravigliosi deserti e silenziosi, accompagnata solo dal canto dei
grilli. Il luogo più famoso all’interno di Angkor è l’imponente tempio di
Angkor Wat.
E’ un luogo impressionante. Il tempio ricorda una montagna,
con tre picchi molto alti che si stagliano all’orizzonte. E’ circondato
dall’acqua e dalla giungla, e vi si accede attraverso un lungo sentiero di
pietra. Il sentiero conduce ad un primo ingresso, superato il quale,
ci si trova davanti ad un’enorme distesa verde, dove sorgono i primi piccoli
templi, e il sentiero continua, fino a portarti all’interno della costruzione
principale.
La sensazione è quella di ritrovarsi catapultati in un altro
mondo. Terrazze e cunicoli, scalinate ripidissime scavate nella pietra,
sculture che raffigurano divinità umane e animali.
Inerpicandosi su per le scale, si arriva alla sommità del
tempio, che sovrasta tutto: distese verdi, fiumi, scorci di rovine nascosti tra
le palme, fino all’orizzonte.
Il giro di Angkor continua, a bordo del nostro tuk tuk. Percorriamo
lunghe strade sterrate, ponti in pietra e ci fermiamo di fronte ad un sentiero
che si inoltra in mezzo agli alberi. Il sentiero porta ad un altro tempio, le
cui mura sono intrecciate con le spesse radici di alberi altissimi.
Ancora strada, e un nuovo sentiero da percorrere: una lunga
passerella di legno che attraversa una distesa d’acqua da cui spuntano tronchi
lunghi e sottili. La passerella conduce ad altre statue e rovine, le cui
fondamenta si perdono nello specchio limpido dell’acqua.
La visita continua: sentieri, luoghi
meravigliosi da scoprire, viste mozzafiato. Ci vogliono circa tre giorni per
visitare Angkor, ed è incredibile perché ogni luogo ha una sua particolarità e
un suo segreto, ogni luogo aggiunge qualcosa di meraviglioso e inaspettato.
E’ davvero difficile descrivere l’atmosfera che ho respirato
e l’emozione di incamminarsi lungo i sentieri, in silenzio, e ritrovarsi
improvvisamente di fronte a costruzioni antichissime, ai volti scolpiti nella
pietra, alle enormi statue di elefanti e animali mitologici. Ripensandoci ora,
seduta alla mia scrivania, mi sembra di aver vissuto una fiaba, immersa in un
mondo antico e un po’ magico.
Grilli e silenzio, acque e giugla, e il messaggio di grandiosità di una fiorente civiltà. Credo di capire come ti sentivi, ha a che fare con il tempo e l'infinito, l'energia dell'apogeo e la fine...che porta a un nuovo inizio. Bellissimo, grazie Gaia.
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