Un piccolo fagotto in spalla, con dentro giusto l’essenziale, e via, in giro per il mondo. Questo era il mio ideale di vita a sei anni. Ora ho qualche anno in più, ma l’idea è rimasta: l’idea del viaggio come scoperta, avventura e libertà. Così, da qualche annetto, ho iniziato a prendere i primi aerei, e ad atterrare in posti lontani, nuovi e meravigliosi. Finita l’università, grazie al mio lavoro e alle strane coincidenze della vita, i viaggi sono diventati sempre più numerosi e sempre più lunghi. E spesso, dall’altra parte del mondo, mi ha aiutato molto leggere le esperienze di chi era passato di là prima di me.

E allora eccomi qui, a raccontarvi le mie piccole avventure, per darvi qualche consiglio, e per cercare di “contaminarvi” col mio entusiasmo e convincervi che vale davvero la pena, di salire su quell’aereo.

venerdì 26 dicembre 2014

LA MAGIA DI ANGKOR WAT



E’ molto difficile descrivere Angkor. Difficile perché è un posto magico, che lascia senza parole. E non c’è nessuna immagine che riesca davvero a rendere l’idea della sua bellezza. Anzitutto, è immensa. Angkor comprende i resti di antichi templi e ponti di quella che era la capitale dell’impero Khmer, datati intorno al XII secolo, nascosti tra le palme e le liane, all’interno di un parco di circa 400 km quadrati. Tra le strade sterrate del parco, sfrecciano tuk tuk e biciclette, pochissime auto. C’è sempre molta gente in visita, ma mi è capitato più di una volta di incamminarmi all’interno dei resti e di arrivare in luoghi meravigliosi deserti e silenziosi, accompagnata solo dal canto dei grilli. Il luogo più famoso all’interno di Angkor è l’imponente tempio di Angkor Wat.


E’ un luogo impressionante. Il tempio ricorda una montagna, con tre picchi molto alti che si stagliano all’orizzonte. E’ circondato dall’acqua e dalla giungla, e vi si accede attraverso un lungo sentiero di pietra. Il sentiero conduce ad un primo ingresso, superato il quale, ci si trova davanti ad un’enorme distesa verde, dove sorgono i primi piccoli templi, e il sentiero continua, fino a portarti all’interno della costruzione principale. 



La sensazione è quella di ritrovarsi catapultati in un altro mondo. Terrazze e cunicoli, scalinate ripidissime scavate nella pietra, sculture che raffigurano divinità umane e animali. 



Inerpicandosi su per le scale, si arriva alla sommità del tempio, che sovrasta tutto: distese verdi, fiumi, scorci di rovine nascosti tra le palme, fino all’orizzonte.



Il giro di Angkor continua, a bordo del nostro tuk tuk. Percorriamo lunghe strade sterrate, ponti in pietra e ci fermiamo di fronte ad un sentiero che si inoltra in mezzo agli alberi. Il sentiero porta ad un altro tempio, le cui mura sono intrecciate con le spesse radici di alberi altissimi.



Ancora strada, e un nuovo sentiero da percorrere: una lunga passerella di legno che attraversa una distesa d’acqua da cui spuntano tronchi lunghi e sottili. La passerella conduce ad altre statue e rovine, le cui fondamenta si perdono nello specchio limpido dell’acqua.



La visita continua: sentieri, luoghi meravigliosi da scoprire, viste mozzafiato. Ci vogliono circa tre giorni per visitare Angkor, ed è incredibile perché ogni luogo ha una sua particolarità e un suo segreto, ogni luogo aggiunge qualcosa di meraviglioso e inaspettato.


E’ davvero difficile descrivere l’atmosfera che ho respirato e l’emozione di incamminarsi lungo i sentieri, in silenzio, e ritrovarsi improvvisamente di fronte a costruzioni antichissime, ai volti scolpiti nella pietra, alle enormi statue di elefanti e animali mitologici. Ripensandoci ora, seduta alla mia scrivania, mi sembra di aver vissuto una fiaba, immersa in un mondo antico e un po’ magico. 




1 commento:

  1. Grilli e silenzio, acque e giugla, e il messaggio di grandiosità di una fiorente civiltà. Credo di capire come ti sentivi, ha a che fare con il tempo e l'infinito, l'energia dell'apogeo e la fine...che porta a un nuovo inizio. Bellissimo, grazie Gaia.

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