Un piccolo fagotto in spalla, con dentro giusto l’essenziale, e via, in giro per il mondo. Questo era il mio ideale di vita a sei anni. Ora ho qualche anno in più, ma l’idea è rimasta: l’idea del viaggio come scoperta, avventura e libertà. Così, da qualche annetto, ho iniziato a prendere i primi aerei, e ad atterrare in posti lontani, nuovi e meravigliosi. Finita l’università, grazie al mio lavoro e alle strane coincidenze della vita, i viaggi sono diventati sempre più numerosi e sempre più lunghi. E spesso, dall’altra parte del mondo, mi ha aiutato molto leggere le esperienze di chi era passato di là prima di me.

E allora eccomi qui, a raccontarvi le mie piccole avventure, per darvi qualche consiglio, e per cercare di “contaminarvi” col mio entusiasmo e convincervi che vale davvero la pena, di salire su quell’aereo.

lunedì 17 novembre 2014

L’ALBA AL LUMPINI PARK



Fine serata. Io e i miei colleghi usciamo dall’ultima discoteca verso le sei, c’è già un po’ di luce fuori e diversamente dal solito fa addirittura freschetto! E’ una di quelle sere che anche se è tardi e sei sfinito, non hai voglia di andare a casa. Ed è lì che qualcuno propone di andare al Lumpini Park. Saltiamo su un tuk-tuk e dopo aver attraversato una Bangkok quasi deserta, arriviamo all’ingresso di questo grandissimo parco in mezzo alla città. Appena scesa dal tuk tuk come prima cosa mi siedo su una panchina e cerco di togliermi le scarpe; affrontare una serata lunga con i tacchi 12 non è davvero una buona idea, più che altro perché col caldo i piedi gonfiano e acquistano le dimensioni di due cotechini. Risultato: due persone per piede tirano le scarpe come dei disperati cercando di sfilarle, mentre io mi aggrappo alla panca cercando di fare resistenza. Quando finalmente riusciamo nell’impresa, a piedi nudi e con le scarpe legate alla cintura, ci addentriamo nel parco.


Sembra di essere in un film. Ovunque, sull’erba all’ombra degli alberi, ci sono persone di tutte le età che praticano arti marziali. Chi con i ventagli, chi con i bastoni, chi con delle bellissime spade;  silenziosi, indossando i tradizionali kimoni colorati, creano figure bellissime e simulano combattimenti così aggraziati che somigliano più a una danza, che non a una lotta. L’atmosfera è davvero magica. Ad un certo punto, tutto intorno a noi si ferma. Gli altoparlanti diffondono una preghiera in onore del Re, e per tutta la sua durata chiunque si trovi nel parco in quel momento si immobilizza e rimane lì, fermo, a pregare, per poi ricominciare la propria attività quando gli altoparlanti tacciono. Continuando la passeggiata, arriviamo vicino ad un piccolo laghetto, e ci rendiamo conto che le persone intorno a noi, alcune su un marciapiede, altre sull’erba, altre ancora più avanti sulla strada, si muovono all’unisono. Saranno circa un centinaio di persone che, nel silenzio più totale, praticano arti marziali figurate, eseguendo tutti gli stessi movimenti, lenti e perfetti. E’ davvero emozionante, così tanto che non resisto alla tentazione e mi avvicino per rubare qualche immagine.
 
 
Credo che sia davvero stato uno dei momenti più particolari che ho vissuto in questa città, e che ricordo con più trasporto. Vale davvero la pena di mettervi una sveglia presto al mattino e fare un giro al Lumpini. Vi lascerà senza parole.


DOVE DORMIRE (CON E SENZA SCARAFAGGI)
Bangkok offre di tutto: da alberghi super lussuosi (sono stata una volta al mitico Lebua, l’hotel di Una notte da Leoni, dove credo di aver fatto la colazione più buona della mia vita), a sistemazioni molto economiche (come gli ostelli di Kao Sao road, meta privilegiata dai backpackers). Se vi orientate su soluzioni super economiche, vi consiglio comunque di avere non troppo lontano una fermata di skytrain o metro, e di tenere presente che le condizioni igieniche potrebbero non essere, diciamo, il massimo (soprattutto se non siete grandi amanti degli scarafaggi). In ogni caso, quando dovete prenotare, fate un salto su www.agoda.com, trovate tantissime offerte.




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