Fine serata. Io e i miei colleghi usciamo dall’ultima
discoteca verso le sei, c’è già un po’ di luce fuori e diversamente dal solito
fa addirittura freschetto! E’ una di quelle sere che anche se è tardi e sei
sfinito, non hai voglia di andare a casa. Ed è lì che qualcuno propone di
andare al Lumpini Park. Saltiamo su un tuk-tuk e dopo aver attraversato una
Bangkok quasi deserta, arriviamo all’ingresso di questo grandissimo parco in
mezzo alla città. Appena scesa dal tuk tuk come prima cosa mi siedo su una panchina
e cerco di togliermi le scarpe; affrontare una serata lunga con i tacchi 12 non
è davvero una buona idea, più che altro perché col caldo i piedi gonfiano e
acquistano le dimensioni di due cotechini. Risultato: due persone per piede
tirano le scarpe come dei disperati cercando di sfilarle, mentre io mi aggrappo
alla panca cercando di fare resistenza. Quando finalmente riusciamo
nell’impresa, a piedi nudi e con le scarpe legate alla cintura, ci addentriamo
nel parco.
Sembra di essere in un film. Ovunque, sull’erba all’ombra
degli alberi, ci sono persone di tutte le età che praticano arti marziali. Chi
con i ventagli, chi con i bastoni, chi con delle bellissime spade; silenziosi, indossando i tradizionali kimoni
colorati, creano figure bellissime e simulano combattimenti così aggraziati che
somigliano più a una danza, che non a una lotta. L’atmosfera è davvero magica.
Ad un certo punto, tutto intorno a noi si ferma. Gli altoparlanti diffondono
una preghiera in onore del Re, e per tutta la sua durata chiunque si trovi nel
parco in quel momento si immobilizza e rimane lì, fermo, a pregare, per poi
ricominciare la propria attività quando gli altoparlanti tacciono. Continuando
la passeggiata, arriviamo vicino ad un piccolo laghetto, e ci rendiamo conto che
le persone intorno a noi, alcune su un marciapiede, altre sull’erba, altre ancora
più avanti sulla strada, si muovono all’unisono. Saranno circa un centinaio di
persone che, nel silenzio più totale, praticano arti marziali figurate,
eseguendo tutti gli stessi movimenti, lenti e perfetti. E’ davvero emozionante,
così tanto che non resisto alla tentazione e mi avvicino per rubare qualche
immagine.
Credo che sia davvero stato uno dei momenti più particolari
che ho vissuto in questa città, e che ricordo con più trasporto. Vale davvero
la pena di mettervi una sveglia presto al mattino e fare un giro al Lumpini. Vi
lascerà senza parole.
DOVE DORMIRE (CON E SENZA SCARAFAGGI)
Bangkok offre di tutto: da alberghi super lussuosi (sono
stata una volta al mitico Lebua, l’hotel di Una notte da Leoni, dove credo di
aver fatto la colazione più buona della mia vita), a sistemazioni molto
economiche (come gli ostelli di Kao Sao road, meta privilegiata dai
backpackers). Se vi orientate su soluzioni super economiche, vi consiglio
comunque di avere non troppo lontano una fermata di skytrain o metro, e di
tenere presente che le condizioni igieniche potrebbero non essere, diciamo, il
massimo (soprattutto se non siete grandi amanti degli scarafaggi). In ogni caso,
quando dovete prenotare, fate un salto su www.agoda.com,
trovate tantissime offerte.
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