Un piccolo fagotto in spalla, con dentro giusto l’essenziale, e via, in giro per il mondo. Questo era il mio ideale di vita a sei anni. Ora ho qualche anno in più, ma l’idea è rimasta: l’idea del viaggio come scoperta, avventura e libertà. Così, da qualche annetto, ho iniziato a prendere i primi aerei, e ad atterrare in posti lontani, nuovi e meravigliosi. Finita l’università, grazie al mio lavoro e alle strane coincidenze della vita, i viaggi sono diventati sempre più numerosi e sempre più lunghi. E spesso, dall’altra parte del mondo, mi ha aiutato molto leggere le esperienze di chi era passato di là prima di me.

E allora eccomi qui, a raccontarvi le mie piccole avventure, per darvi qualche consiglio, e per cercare di “contaminarvi” col mio entusiasmo e convincervi che vale davvero la pena, di salire su quell’aereo.

lunedì 10 novembre 2014

THAILANDIA - BANGKOK


21 Luglio 2014, si parte. Devo andare in Thailandia a girare due fashionfilms tra luglio e agosto. Approfittando dell’occasione e dell’estate, mi organizzo per rimanere un po’ laggiù e fare un bel giro. Le tappe saranno, oltre a Bangkok, Koh Phangan, Phuket, il Vietnam e Hong Kong. Non ho davvero idea di quello che mi aspetta…a parte Bangkok, dove sono già stata due volte, sono posti che non ho mai visto, e non guardo nemmeno troppe foto su google, voglio che sia tutto una sorpresa e una scoperta. Sipartesipartesiparte!!!!

Ed eccomi di nuovo a Bangkok,per la terza volta. Anche se posso dire di conoscerla già un pochino ormai, ogni volta che arrivo l’impatto è davvero forte. Anzitutto il viaggio è bello pesantuccio. Di solito volo con Emirates, che offre un servizio fantastico. Gli aerei sono enormi, se sei fortunato viaggi con quello a due piani che è ancora più grande e comodo. Occhio alla tovaglietta che le bellissime hostess vi porgono prima del decollo, sono BOLLENTI, io la prima volta non lo sapevo e per poco non mi ustiono la faccia. Si fa uno scalo più o meno lungo all’aeroporto di Dubai (super lussuoso), e poi si riparte alla volta di Bangkok. Durante il volo vi daranno da compilare il visto di ingresso (gratuito se la permanenza non supera i 30 giorni), quindi tenete sotto mano passaporto, indirizzo dell’albergo dove pernotterete, dati del volo e, soprattutto, una penna funzionante. Sembrano banalità, ma vi assicuro non è così: durante l’ultimo volo non solo ho strappato per sbaglio il foglio del visto, ma non contenta l’ho comunque compilato con una penna che perdeva litri di inchiostro. Risultato: chiazze blu ovunque (faccia, mani, vestiti) e grande ilarità tra i presenti. Ah, e ovviamente, quando mi sono presentata col visto a brandelli ai controlli in aeroporto, me ne hanno dato uno nuovo da compilare e mi hanno rispedita in fondo alla fila (preparatevi a lunghe attese sia per il controllo passaporti sia per le procedure del visto di ingresso). E quando finalmente hai finito le code, il bagaglio (toccando ferro) è arrivato, ed esci dall’aeroporto-frigorifero, ecco che arriva. L’impatto con l’aria di Bangkok. E’ caldissima e avvolgente, così spessa che ti sembra di poterla toccare con le mani. Dall’aeroporto parte un trenino che porta in città, è molto comodo e soprattutto vi permette di evitare il traffico di Bangkok ( in confronto, il traffico di Roma è una barzelletta). Altrimenti, se siete troppo cotti dal volo, fuori dall’aeroporto trovate il servizio taxi.Quando arrivo è sera, salgo sul taxi sfinita e rimango col naso incollato al finestrino ad osservare le luci della città. Grattacieli, strade, enormi cartelloni pubblicitari a perdita d’occhio...inizia l’avventura.
Questa città per me è anzitutto vita. Le strade brulicano di vita: gente che va e che viene, tanti turisti, macchine, taxi, motorini, ma a differenza di altre città così affollate, non ho una sensazione di frenesia. C’è confusione, certo, ma è un luogo dove trovano spazio i ritmi di vita più diversi. Le strade sono piene di banchetti, dove persone del luogo cucinano a tutte le ore del giorno. Chi frigge uova, chi prepara pad thai, chi arrostisce pollo e anatre, chi vende frutta e succhi, buonissimi quelli di melograno, fatti sul momento; seduto sotto un albero, c’è un tizio che tiene una specie di mini-squalo in una bacinella. Scendendo dall’albergo ogni mattina, vengo investita da fumi, odori, e caldo, caldo bollente. Qualsiasi ora sia, la città è già sveglia, molto prima di te. 


Un’altra cosa davvero impressionante è l’impatto visivo della città, che potrei definire a strati. C’è la strada con i suoi fumi e suoi banchetti, sovrastata da binari sopraelevati dove corre lo skytrain, e ancora camminamenti sopraelevati per chi si sposta a piedi, e ancora più su i grattacieli. I pali ai lati delle strade sostengono spessi fasci di fili elettrici a vista, che creano delle sorte di ragnatele nere. I primi momenti li passo così, con gli occhi spalancati ad osservare tutto e tutti.


LET’S GOOOO
Anzitutto, permettetemi un piccolo consiglio della nonna: prima di partire per i vari giri e giretti, FATE COLAZIONE. Questo se non volete avere la spiacevole sensazione di strisciare  ansimanti da una parte all’altra della città. Ho avuto la geniale idea i primi due giorni di scendermene trulla trulla dall’albergo a stomaco vuoto; a momenti svengo prima di raggiungere il primo 7Eleven (e si parla di appena 300 metri…). I 7Eleven sono minimarket che costellano le strade, dove trovi davvero di tutto, aperti a qualsiasi ora del giorno e della notte; ormai quando vado e so che devo stare tutto il giorno in giro, insieme alla crew con cui lavoro, faccio tappa al primo 7Eleven che incontro e trangugio ogni sorta di bevanda ultravitaminica (provate quella di Aloe vera).
E’ una città tutta da vedere. Tra le tante attrazioni turistiche, quelle che ho visitato sono in particolare il Wat Pho, ovvero il tempio del Buddha Sdraiato, il What Phra Khaeo, meglio conosciuto come il tempio del Buddha di Smeraldo, e il Grande Palazzo Reale. Posti meravigliosi, cercate di avere un comportamento e un abbigliamento consoni all’importanza religiosa e culturale che questi luoghi rappresentano, in particolare le donne non possono entrare al Palazzo Reale a gambe scoperte, e per entrare nei templi fanno togliere le scarpe, quindi il mio consiglio è di evitare troppi lacci e laccetti (io ci sono andata con le All Star…). La religione è un fattore centrale della cultura thai, i thailandesi sono molto devoti, oltre ai grandi templi le strade sono cosparse di piccoli templietti dove spesso è possibile vedere qualcuno che prega, e molti dei banchetti  vendono bracciali e collane di fiori intrecciati a mano da offrire in voto. Un giorno passando su una delle camminate sopraelevate, ho visto un bagliore dorato in mezzo al caos sottostante e una folla intenta a bruciare incenso e offrire voti: si tratta dell’ Erawan Shrine, un piccolo templio che sorge in un angolo tra due strade trafficatissime, molto popolare e conosciuto, tanto da essere il tempio più visitato della Thailandia, con più di un milione di visitatori al giorno.


Ed è anche questo il bello di Bangkok: grattacieli pazzeschi, modernissimi, strade rumorose e piene di macchine, smog, e poi improvvisamente, ad un incrocio qualunque, un templio costellato di pietre dorate, il profumo di incenso, persone inginocchiate in preghiera, e la sensazione di essere catapultati in un’altra dimensione.
A parte i siti turistici più conosciuti, vale la pena perdersi nei vari quartieri della città. Meravigliosi il quartiere cinese e quello indiano; più moderno ed “europeo” quello che si estende intorno alla fermata dello skytrain Sukhumvit.

I CENTRI COMMERCIALI DI BANGKOK
Viaggiando per lavoro, ho anche maturato una certa esperienza in fatto di centri commerciali. Qui bisogna aprire una parentesi: perché i centri commerciali di Bangkok non sono come i nostri centri commerciali. Sono grandissimi, lussuosissimi, iper tecnologici, curati in ogni minimo particolare. La prima volta che sono entrata in un bagno sono rimasta due minuti buoni a guardarmi intorno a bocca aperta. Per nominarne alcuni: il Terminal 21, dove ogni piano è dedicato ad una città, il Siam Paragon, dove ho mangiato i bignè più buoni (e più grandi) della mia vita, l’ MBK, più popolare, ottimo per comprare borse, scarpe e tecnologia a prezzi molto bassi.

 

La cosa interessante è che non sono solo luoghi nati per lo shopping, ma sono veri e propri centri di vita cittadina: all’interno ogni giorno trovi fiere, convegni, installazioni artistiche, cinema, se non veri e propri spettacoli con tanto di balletti e cantanti con folle di fans impazzite al seguito. Non è strano quindi che qualcuno ti dia appuntamento ad un centro commerciale, per un incontro di lavoro o per una cena tra amici; mi hanno fatto osservare la quantità di gruppi di giovani studenti, in divisa, che passano qui i loro pomeriggi, con i nasi schiacciati sulle vetrine e un the di Starbucks tra le mani. 

 

E torniamo di nuovo alle contraddizioni della città, questa volta più oscure. Ostentazione del lusso, vetrine scintillanti, immagine di benessere e perfezione; e fuori, banchetti per strada, gente che dorme sui marciapiedi, infestati da topi e scarafaggi. Retorica? Non credo. Non quando è tutto lì sotto i tuoi occhi.



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