Un piccolo fagotto in spalla, con dentro giusto l’essenziale, e via, in giro per il mondo. Questo era il mio ideale di vita a sei anni. Ora ho qualche anno in più, ma l’idea è rimasta: l’idea del viaggio come scoperta, avventura e libertà. Così, da qualche annetto, ho iniziato a prendere i primi aerei, e ad atterrare in posti lontani, nuovi e meravigliosi. Finita l’università, grazie al mio lavoro e alle strane coincidenze della vita, i viaggi sono diventati sempre più numerosi e sempre più lunghi. E spesso, dall’altra parte del mondo, mi ha aiutato molto leggere le esperienze di chi era passato di là prima di me.

E allora eccomi qui, a raccontarvi le mie piccole avventure, per darvi qualche consiglio, e per cercare di “contaminarvi” col mio entusiasmo e convincervi che vale davvero la pena, di salire su quell’aereo.

mercoledì 26 novembre 2014

MANGIARE A BANGKOK: STREETFOOD



Ci siamo. Finalmente è arrivato il momento di parlare di cibo. Dico così perché ci sono dei posti che mi piacciono talmente tanto, non solo per la cucina in se ma anche per l’atmosfera che si respira, che quando arrivo a Bangkok non vedo l’ora di andarci, e solo quando mi siedo al tavolo e ordino, posso dire, sì, eccomi, sono arrivata. Credo che assaggiare i piatti tradizionali sia un aspetto fondamentale della conoscenza di una cultura, quindi di solito mi butto abbastanza nella scelta, e cerco di assaggiare un po’ di tutto.
Facciamo una piccola premessa: molto raramente ho mangiato nei banchetti per strada, a meno che qualcuno dei miei colleghi che conosce molto bene la città me lo consigliasse espressamente. Potete andare in genere tranquilli sui succhi (quello al melograno è una meraviglia) e sulla frutta (da provare il mangosten, buonissimo e anche molto bello da vedere, tanto che in Thailandia lo chiamano “la regina della frutta”). Altra cosa che non potete assolutamente perdervi sono i banchetti che fanno il gelato al cocco, e lo servono direttamente nel guscio, spesso con sopra una granella di arachidi e qualche volta dei grossi fagioli dolci di colore giallo. E’ semplicemente strepitoso.



Per il resto, io personalmente non mi sono mai spinta oltre, non per chissà quale motivo, ma perché non ho proprio quello che si dice uno stomaco di ferro, e naturalmente spesso in questi banchetti per strada non si bada eccessivamente all’igiene (quantomeno per quelli che sono i nostri canoni). Ma conosco diverse persone che mangiano tranquillamente senza avere alcun problema, lì sta un po’ a voi (e ai vostri anticorpi) decidere.

SEAFOOD CHINATOWN
In assoluto il mio posto preferito! Quando arrivo a Bangkok non me lo chiedono neanche più: sanno tutti che la prima sera si andrà a mangiare lì. Non so darvi un indirizzo preciso, ma basta che saliate su di un taxi o tuk-tuk qualunque e diciate seafood chinatown, e sanno tutti esattamente dove portarvi. Vi faranno scendere all’incrocio tra due vie, in pieno quartiere cinese, con le sue luci al neon colorate, e vi ritroverete di fronte due banchetti, uno rosso e uno verde, simili a quelli che si vedono per strada ma un po’ più grandi e quasi sempre decisamente affollati. Io ho sempre mangiato in quello rosso, perché dopo che mi hanno portata lì la prima volta gli ho giurato eterna fedeltà, ma credo che quello verde sia più o meno la stessa cosa.


Come dicevo, si tratta di un grande banchetto: da un lato c’è un tavolone che espone il pesce, granchi enormi, gamberoni, grosse conchiglie, con la brace a cielo aperto; di fianco, una manciata di tavolini in alluminio sbilenchi arroccati sul marciapiede sempre pieni di gente. Arrivi e ti siedi su questi sgabellini instabili (può succedere che non ci siano tavoli liberi, e che quindi vi sediate a mangiare con perfetti sconosciuti), e aspetti finchè passa qualcuno a lasciare i menù.


I menù sembrano degli album di figurine: c’è giusto il nome del piatto, gli ingredienti devi cercare di capirli dalla foto. E li beh, potete sbizzarrirvi: il pesce è buonissimo e c’è tantissima scelta (e qualunque cosa mangiate, granchi gamberi pescioni, a fine pasto molto difficilmente il conto supererà l’equivalente di 20 euro). Fate solo attenzione perché calcano parecchio la mano col piccante, ma basta un semplice “not spicy” per evitare di farvi incendiare la bocca. Vi consiglio in particolare il riso al granchio, dei conchiglioni tipo capesante (lo so è un po’ generico, ma in realtà non ho nemmeno io idea di che molluschi siano, li riconosco solo dalla foto) e il morning glory (delle verdure croccanti con una salsina a base di aglio letale, ma è trooopppo buonaaaaa!!!).


A fine pasto, la chicca: dato che di solito si finisce con le mani completamente unte, ti portano un secchiello con acqua e limone dove sciacquarti le dita, ma….non sempre hai la fortuna che il tuo sia il primo tavolo in cui passa lo stesso secchiello.









1 commento: